Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
F&F news n. 47 del 19/01/2015
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F&F news n. 47 del 19/01/2015
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Re: F&F news n. 47 del 19-01-2015
Argomento interessante e impegnativo, quello della libertà e della necessità di regole per la sua tutela.
Sebbene non siano mai nominati, la linea di ragionamento evoca fatalmente i tragici fatti di Parigi.
Io, con riferimento esplicito a quanto accaduto, stresserei l'idea di satira, di cui, a mio giudizio, si è parlato a sproposito.
Annovero la satira tra le più alte e difficili forme d'arte. Fare satira è un saper tirare di fioretto, non certo procedere col coltellaccio del macellaio. Si fa satira dosando molteplici elementi col bilancino del farmacista, non certo col pressapochismo interessato del pizzaiolo ("mi da 3 etti di pizza rossa .."; "dotto', so' 4 e 1/2 ... che faccio, lascio?"). La satira è pungente, abrasiva, corrosiva, ma non mette mai in imbarazzo. La satira è una miscela di cose dette e non dette, che richiede la partecipazione collaborativa dello spettatore. Difficilmente la satira ti farà scoppiare in una grassa e rumorosa risata. Assai più probabile che ti tiri fuori un sorriso dal retrogusto amaro, che ti porterà a riflettere anche solo per qualche minuto. La satira mantiene sempre una distanza di braccio dall'oggetto che decide di colpire, non è mai emotivamente coinvolta.
Ora, se questa è la satira, "Charlie Hebdo" è satira? No. E' solo provocazione, per di più una provocazione che a ogni giro alza il tiro, sperando di suscitare una reazione, che possa fargli dire "oh, stanno limitando la nostra libertà di satira", con ciò richiamando l'attenzione del grande pubblico, e in ultima istanza avendo pubblicità gratuita.
La strategia tutto sommato funziona, se a esser presa di mira è la religione cattolica. Gran chiasso, tanto rumore, immancabili polemiche e alla fine il sedicente comico, ricondotto a più miti atteggiamenti - ricordate l'imitazione di Ratzinger fatta da Crozza? - ha comunque ottenuto quel che voleva: pubblicità. La sola cosa più odiosa dei persecutori sono i martiri, vien da chiosare. In altri frangenti, però, lo stesso atteggiamento equivale a sdraiarsi sui binari di una ferrovia per schiacciare un pisolino, fino a quando - sorpresa! - passa un treno. E' doloroso ma onesto risconoscerlo: ci sono uomini che assomigliano a coccodrilli.
Comunque sia, la satira - la satira vera, genuina - dovrebbe per principio tenersi lontano da questioni religiose. Non certo per un malinteso senso di rispetto verso un'autorità di cui, al postutto, potrebbe anche infischiarsi o in ossequio al detto popolare per cui "scherza coi fanti e lascia stare i santi". La satira dovrebbe tenersi lontano dalla religione, perchè la religione, per il tipo di sentimenti e convinzioni che va a toccare nell'animo umano, accresce enormemente il coefficiente di difficoltà di una cosa - la satira - già di per sè oltremodo difficile.
La satira sulla religione è un triplo salto mortale a 20 metri d'altezza senza rete sotto. Può anche riuscire, e allora sono applausi. Ma è alto il rischio di schiantarsi al suolo, a volte solo metaforicamente, altre, purtroppo, nel senso letterale del termine.
Giuseppe.
Sebbene non siano mai nominati, la linea di ragionamento evoca fatalmente i tragici fatti di Parigi.
Io, con riferimento esplicito a quanto accaduto, stresserei l'idea di satira, di cui, a mio giudizio, si è parlato a sproposito.
Annovero la satira tra le più alte e difficili forme d'arte. Fare satira è un saper tirare di fioretto, non certo procedere col coltellaccio del macellaio. Si fa satira dosando molteplici elementi col bilancino del farmacista, non certo col pressapochismo interessato del pizzaiolo ("mi da 3 etti di pizza rossa .."; "dotto', so' 4 e 1/2 ... che faccio, lascio?"). La satira è pungente, abrasiva, corrosiva, ma non mette mai in imbarazzo. La satira è una miscela di cose dette e non dette, che richiede la partecipazione collaborativa dello spettatore. Difficilmente la satira ti farà scoppiare in una grassa e rumorosa risata. Assai più probabile che ti tiri fuori un sorriso dal retrogusto amaro, che ti porterà a riflettere anche solo per qualche minuto. La satira mantiene sempre una distanza di braccio dall'oggetto che decide di colpire, non è mai emotivamente coinvolta.
Ora, se questa è la satira, "Charlie Hebdo" è satira? No. E' solo provocazione, per di più una provocazione che a ogni giro alza il tiro, sperando di suscitare una reazione, che possa fargli dire "oh, stanno limitando la nostra libertà di satira", con ciò richiamando l'attenzione del grande pubblico, e in ultima istanza avendo pubblicità gratuita.
La strategia tutto sommato funziona, se a esser presa di mira è la religione cattolica. Gran chiasso, tanto rumore, immancabili polemiche e alla fine il sedicente comico, ricondotto a più miti atteggiamenti - ricordate l'imitazione di Ratzinger fatta da Crozza? - ha comunque ottenuto quel che voleva: pubblicità. La sola cosa più odiosa dei persecutori sono i martiri, vien da chiosare. In altri frangenti, però, lo stesso atteggiamento equivale a sdraiarsi sui binari di una ferrovia per schiacciare un pisolino, fino a quando - sorpresa! - passa un treno. E' doloroso ma onesto risconoscerlo: ci sono uomini che assomigliano a coccodrilli.
Comunque sia, la satira - la satira vera, genuina - dovrebbe per principio tenersi lontano da questioni religiose. Non certo per un malinteso senso di rispetto verso un'autorità di cui, al postutto, potrebbe anche infischiarsi o in ossequio al detto popolare per cui "scherza coi fanti e lascia stare i santi". La satira dovrebbe tenersi lontano dalla religione, perchè la religione, per il tipo di sentimenti e convinzioni che va a toccare nell'animo umano, accresce enormemente il coefficiente di difficoltà di una cosa - la satira - già di per sè oltremodo difficile.
La satira sulla religione è un triplo salto mortale a 20 metri d'altezza senza rete sotto. Può anche riuscire, e allora sono applausi. Ma è alto il rischio di schiantarsi al suolo, a volte solo metaforicamente, altre, purtroppo, nel senso letterale del termine.
Giuseppe.
Per me la bellezza è un francobollo che dopo un'ora che lo guardi è molto più bello di un'ora prima
Alcuni francobolli sono di una bellezza inaudita.
Poi riacquisti lucidità, ti avvicini, guardi meglio e ... niente.
Sono proprio bellissimi
Per favore, smettila di cercare di essere interessante. Non ti dona per niente. Sei troppo bello
La bellezza è un enigma
(Fëdor Dostoevskij)
Alcuni francobolli sono di una bellezza inaudita.
Poi riacquisti lucidità, ti avvicini, guardi meglio e ... niente.
Sono proprio bellissimi
Per favore, smettila di cercare di essere interessante. Non ti dona per niente. Sei troppo bello
La bellezza è un enigma
(Fëdor Dostoevskij)
- Antonello Cerruti
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Re: F&F news n. 47 del 19-01-2015
Ciao Giuseppe.
Secondo me, la satira ha successo quando di essa può ridere (o sorridere) anche la vittima (intelligente); se invece l'oggetto delle battute si offende, allora devo riflettere se i miei non siano solo insulti.
C'è poi un secondo aspetto che nessuno ha sottolineato abbastanza.
Quando io faccio satira e non mi curo troppo che, sotto il mio ufficio o a migliaia di chilometri di distanza, qualche pazzo si senta talmente insultato da me da prendere un'arma e sparare contro degli ignari innocenti, non credo di fare qualcosa di cui essere fiero.
Quelli saranno pure fanatici ma io come mi devo ritenere?
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Secondo me, la satira ha successo quando di essa può ridere (o sorridere) anche la vittima (intelligente); se invece l'oggetto delle battute si offende, allora devo riflettere se i miei non siano solo insulti.
C'è poi un secondo aspetto che nessuno ha sottolineato abbastanza.
Quando io faccio satira e non mi curo troppo che, sotto il mio ufficio o a migliaia di chilometri di distanza, qualche pazzo si senta talmente insultato da me da prendere un'arma e sparare contro degli ignari innocenti, non credo di fare qualcosa di cui essere fiero.
Quelli saranno pure fanatici ma io come mi devo ritenere?
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Re: F&F news n. 47 del 19-01-2015
Passata l'ondata di sdegno e diminuito il volume degli opinabili slogan, fa piacere incominciare a sentire qualche argomentazione sensata.
La satira religiosa oltre ad essere " un triplo salto mortale senza rete " non ha in linea di massima ragion d'essere perchè la satira è un'arma
creata dal basso per colpire in alto, cioè i potenti, quindi un potere temporale.
La Chiesa, intesa in senso lato per ogni Religione la casa spirituale di ognuno di noi, cristiano, buddista o musulmano, ha solo ( o dovrebbe avere solo ) un potere spirituale. Quindi la satira religiosa è un qualcosa che sberleffa me medesimo non la gerarchia ecclesiastica.
Detto questo nella fattispecie dobbiamo tener conto di due variabili che sicuramente hanno influito :
-il fatto che in molti stati o organizzazioni islamiche il capo spirituale coincide con il capo politico
- l'estremo ignoranza che noi occidentali abbiamo verso la cultura islamica.
Questa la teoria ma poi in pratica, come si dovrebbe sempre fare, io mi pongo in questi casi sempre la domanda : "A chi giova tutto questo ? A chi giova alzare la tensione ? A chi giova lo scontro frontale ? " Sicuramente non al mondo islamico.
E per mondo islamico intendo la religione, la scienza, la letteratura, l'arte e quanto di bello mi è stato donato nei miei viaggi in quei luoghi.
Non intendo certo " i macellai di Parigi " o " i signori della guerra " che scorazzano in nome di Allah.
sergio
La satira religiosa oltre ad essere " un triplo salto mortale senza rete " non ha in linea di massima ragion d'essere perchè la satira è un'arma
creata dal basso per colpire in alto, cioè i potenti, quindi un potere temporale.
La Chiesa, intesa in senso lato per ogni Religione la casa spirituale di ognuno di noi, cristiano, buddista o musulmano, ha solo ( o dovrebbe avere solo ) un potere spirituale. Quindi la satira religiosa è un qualcosa che sberleffa me medesimo non la gerarchia ecclesiastica.
Detto questo nella fattispecie dobbiamo tener conto di due variabili che sicuramente hanno influito :
-il fatto che in molti stati o organizzazioni islamiche il capo spirituale coincide con il capo politico
- l'estremo ignoranza che noi occidentali abbiamo verso la cultura islamica.
Questa la teoria ma poi in pratica, come si dovrebbe sempre fare, io mi pongo in questi casi sempre la domanda : "A chi giova tutto questo ? A chi giova alzare la tensione ? A chi giova lo scontro frontale ? " Sicuramente non al mondo islamico.
E per mondo islamico intendo la religione, la scienza, la letteratura, l'arte e quanto di bello mi è stato donato nei miei viaggi in quei luoghi.
Non intendo certo " i macellai di Parigi " o " i signori della guerra " che scorazzano in nome di Allah.
sergio
Sergio De Benedictis
STAFF
Socio C.I.F.T. - A.I.C.A.M - A.N.C.A.I. - U.S.F.I. - I.S.S.P.
Quando la Filatelia è culturaLink al mio sito : Esculapio Filatelico
Visita la mia rubrica sul Postalista :Il bastone di Asclepio
Guarda le mie vendite su Delcampe: nickname "debene".
I miei interessi :
Tematica medica; Antichi Stati; Storia Postale di Bari; Precancel U.S.A., Affrancature Meccaniche; Letteratura Filatelica; Erinnofili;Collezione A.S.F.E.
STAFF
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Re: F&F news n. 47 del 19-01-2015
Antonello Cerruti ha scritto: la satira ha successo quando di essa può ridere (o sorridere) anche la vittima (intelligente)
Questo passaggio è fondamentale, cruciale.
Ogni artista della satira dovrebbe chidersi: riuscirò a strappare un sorriso alla mia "vittima"?
Quindi, l'artista della satira deve conoscere profondamente l'oggetto del proprio "attacco" - il suo stato d'animo, la personalità, le sue potenziali reazioni - prorio come un filatelico conosce i suoi francobolli.
Ora, questi signori che dicono di operare in nome di Allah, giusto o sbagliato che sia, non sembrano avere granchè voglia di ridere nè degli altri nè, figurarsi, di sè stessi.
Tanto dovrebbe bastare, agli artisti della satira, per comprendere che le loro frecce avvelenate sono state spuntate dalla mal predisposizione del loro bersaglio.
Per me la bellezza è un francobollo che dopo un'ora che lo guardi è molto più bello di un'ora prima
Alcuni francobolli sono di una bellezza inaudita.
Poi riacquisti lucidità, ti avvicini, guardi meglio e ... niente.
Sono proprio bellissimi
Per favore, smettila di cercare di essere interessante. Non ti dona per niente. Sei troppo bello
La bellezza è un enigma
(Fëdor Dostoevskij)
Alcuni francobolli sono di una bellezza inaudita.
Poi riacquisti lucidità, ti avvicini, guardi meglio e ... niente.
Sono proprio bellissimi
Per favore, smettila di cercare di essere interessante. Non ti dona per niente. Sei troppo bello
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Re: F&F news n. 47 del 19-01-2015
Per capire di che stiamo parlando, bastano due vignette di Altan, che purtroppo non riesco a postare, ma che potete immaginare da voi, nel dialogo tra i due vecchietti
"Lei pensa prima di parlare?"
"Mai, altrimenti perdo il filo del discorso"
e poi, l'altra, con un vecchietto zitto e l'altro che gli fa:
"Mi interrompa, che non so che ca... dire"
"Lei pensa prima di parlare?"
"Mai, altrimenti perdo il filo del discorso"
e poi, l'altra, con un vecchietto zitto e l'altro che gli fa:
"Mi interrompa, che non so che ca... dire"
Per me la bellezza è un francobollo che dopo un'ora che lo guardi è molto più bello di un'ora prima
Alcuni francobolli sono di una bellezza inaudita.
Poi riacquisti lucidità, ti avvicini, guardi meglio e ... niente.
Sono proprio bellissimi
Per favore, smettila di cercare di essere interessante. Non ti dona per niente. Sei troppo bello
La bellezza è un enigma
(Fëdor Dostoevskij)
Alcuni francobolli sono di una bellezza inaudita.
Poi riacquisti lucidità, ti avvicini, guardi meglio e ... niente.
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Re: F&F news n. 47 del 19-01-2015
Queste sono freddure.
La satira è altro.
Senza dire menzogne e senza insultare ma sottolineando questo o quel problema, si può far ridere e riflettere.
La satira è nelle battute di Pasquino, del Belli, di Trilussa o di Petrolini.
Soprattutto, secondo me, la satira sta nell'attaccare il vincitore.
Purtroppo la piaggeria invoglia, oggi, ad attaccare lo sconfitto oppure chi è in difficoltà.
Il grande successo di Crozza sta nel prendere in giro soprattutto il potere o i potenti, evidenziando anche con una certa cattiveria i loro difetti.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
La satira è altro.
Senza dire menzogne e senza insultare ma sottolineando questo o quel problema, si può far ridere e riflettere.
La satira è nelle battute di Pasquino, del Belli, di Trilussa o di Petrolini.
Soprattutto, secondo me, la satira sta nell'attaccare il vincitore.
Purtroppo la piaggeria invoglia, oggi, ad attaccare lo sconfitto oppure chi è in difficoltà.
Il grande successo di Crozza sta nel prendere in giro soprattutto il potere o i potenti, evidenziando anche con una certa cattiveria i loro difetti.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti